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Tradire il quotidiano per sorprendersi : TeatroInBolla in concerto.

Parole, voci, occhi. E poi corpo, suono, silenzio. Battiti. Di cuori e mani.

Potrebbe essere riassunto così, in una sintesi pregna ed essenziale, il primo convegno di Teatroterapia d’Avanguardia organizzato da TeatroInBolla, per il quale è stato scelto un titolo emblematico: Tradire il quotidiano per sorprendersi.

Di cosa tratta, la Teatroterapia?

La vita di ogni essere umano è il palcoscenico quotidiano sul quale viene scritto e riscritto un copione personale, la cui trama di respiri e sospiri fatti corpo, è unica e irripetibile.

Come nessun essere ha un suo identico doppio (eccetto l’ombra), così la storia di ogni vita è un mosaico di eventi dei quali ognuno di noi è unico autore e regista: una consapevolezza che, nel momento in cui viene accettata, può assumere un potere rivoluzionario.

Persona era il nome che in origine indicava la maschera indossata dall’attore, e deriva dal verbo “per-sonare”, suonare attraverso: se è vero che, nel sistema di relazioni fra la coscienza individuale e il collettivo che è la Persona, indossiamo la maschera che ha preso la forma del nostro volto, è l’inconfondibile colore della voce di ogni individuo a recare traccia della sua storia.

Sono le emozioni a ri-crearci, in un flusso continuo nel quale sempre nuovi colori si alternano sulla tela di un dipinto interiore, che nasce con noi, e ci accompagna, lungo tutta la vita terrena. La Teatroterapia attinge alle emozioni facendone pennelli con i quali allestire uno scenario di libertà e autenticità: è così che la maschera si trasmuta in un laboratorio alchemico, che rimescola nel suo antro oscuro il timbro delle molteplici voci che ci animano, per poi estrarne l’essenza distillata: la nostra vera Voce.

IMG_1179Chi ha familiarità con la storia del teatro può trovare nella teatroterapia l’eco delle avanguardie del ‘900 e dei suoi maestri, mistici riformatori come Jerzy Grotowsky e Antonin Artaud, che portano alla luce le proprietà taumaturgiche dell’atto artistico e teatrale, indicando nel corpo lo strumento di un’esperienza che porta alla rivelazione e alla coscienza dell’essere, mezzo supremo di autorigenerazione. Il passaggio dal mentale all’emotivo passa attraverso memoria e immaginazione, per giungere al fisico grazie alle azioni che scaturiscono dagli impulsi interiori.

Il convegno di Teatroterapia di TeatroInBolla è stato un bellissimo concerto di musica da camera: tante voci diverse fra loro, per personalità, competenze, ed esperienza di vita, si sono succedute, lasciando percepire un invisibile filo che le intrecciava tutte fra loro.

Trasversalità è stata la parola chiave che, per scelta di Salvatore Ladiana, presidente di TeatroInBolla e teatroterapeuta, ha informato una giornata fertile di ingredienti, e foriera di abbracci.

Il convegno è stato aperto da uno straordinario intervento – performance della vicepresidente di TeatroInBolla, la scrittrice e attrice Paola Maria Raimondi, che attraverso parole, espressività, e calore, ha riassunto ciò che significa entrare in contatto con se stessi, “a piedi scalzi”, anche attraverso lo strumento terapeutico che il teatro rappresenta.

A partire da questo momento, il termine convegno si è rivelato insufficiente: Tradire il quotidiano per sorprendersi è stato un unico grande Incontro, di quelli per i quali è d’obbligo usare la lettera maiuscola. Uno di quei buoni incontri di cui ama parlare Salvatore Ladiana, usando una definizione azzeccata nella sua semplicità, che ha il sapore del pane appena sfornato.

Si è parlato di terapia attraverso la danza, la poesia, la moda, i tarocchi. E poi ancora dell’apporto della musica, e di lingue altre come quella dei segni. Creatività come ulteriore parola chiave che è invito a un modus vivendi da adottare in ogni respiro, per venire meno al patto di fedeltà (tradere, “tradire”) con un quotidiano cristallizzato nell’in-coscienza del vero Sé.

Un lungo racconto, che è stato condivisione di Vita, di intimità narrate in ri-sonanza con un ascolto partecipe e assetato da parte del pubblico, come solo può essere quello di chi indossa la consapevolezza di ciò che nutre, nel liquido scivolare di giorni spesso pirati.

IMG_1084La seconda parte della giornata è stata una danza di silenzi di rotonde sonorità, di occhi che suonano, di sorrisi che accarezzano. Performers “professioniste” e Non Attrici, che nel paese del Teatro hanno mosso passi nuovi, cambiando pelle e acquisendo luminosità, hanno offerto il frutto del loro cammino, che ha commosso in ognuna delle sue declinazioni. Il corpo come luogo a cui tornare e dal quale partire, indicatore dell’organicità corpo-mente, così importante nel processo di “guarigione”, è territorio percorso, esplorato, rimodellato.

L’esperienza artistica teatrale è stata presentata nella sua veste più profonda: un veicolo energetico che consente di operare una trasformazione personale, attraverso un lasciar fluire la spontaneità dell’anima.

Arte come veicolo energetico, grazie al quale si compie un’esperienza di viaggio lungo le rotte dell’esistenza, e attraverso il quale operare una trasformazione personale.

L’obiettivo a cui tendere diventa l’arte di vivere.

(Gaia Gulizia)